Storia e arte
Le sue origini sono oscure. Il più antico documento a noi noto è un atto di donazione risalente all’anno 1083. Sappiamo che un’antica via metteva in comunicazione la zona centrale del Lago di Como con la vicina Valle Intelvi. A circa metà strada, sugli 800 metri di altitudine, presso una sorgente che esiste ancor oggi, in una zona dove si possono notare gli antichi terrazzamenti per le coltivazioni, sorge la bella chiesa romanica affiancata da ciò che resta del monastero.
Lo sviluppo e lo splendore di San Benedetto in Valperlana fu, come risulta dai documenti a nostra disposizione, di durata relativamente breve: appena due secoli. Probabilmente, le mutate condizioni di vita e la vicina Abbazia dell’Acquafredda, nata nel solco della riforma di Citeaux in Borgogna (detta per questo riforma cistercense) e ubicata in zona di più facile accesso, a partire dal 1148, faranno passare in secondo piano questa abbazia montana.
Inizia così un progressivo degrado di tutte le strutture e, a partire dal 1800, la trasformazione delle stesse in abitazioni rustiche montane. E in quest’epoca che furono definitivamente demoliti il chiostro e alcune strutture più antiche. Secondo modalità ben note anche altrove, molti ambienti, anche i più nobili, vennero ridotti a ricoveri del bestiame o comunque radicalmente trasformati per usi contadini: le necessità di sopravvivenza imponevano scelte diverse da quelle originarie.
La sala riunioni della comunità, detta sala del capitolo, che era senz’altro affrescata, diventò stalla; le capre, secondo testimonianze precise, passeggiavano tranquillamente in chiesa. Altri ambienti divennero fienili e altri ancora furono abbattuti.
Dell’antico chiostro a pianta trapezoidale rimane, oltre alle fondamenta ancora visibili, una piccola parte inglobata in un rustico che per più di un secolo venne adibito a essiccatoio di castagne.
La sorte dell’abbazia sembrava ormai definitivamente segnata e le manomissioni e i saccheggi parevano aver distrutto, con l’abbandono della montagna da parte della gente, ogni possibilità di rinascita.
Nel 1958, mentre ciò che restava del monastero continuava a cadere, la chiesa veniva restaurata; i benefici di tale intervento ebbero però durata molto breve, soprattutto a causa della mancanza di una presenza umana stabile. Così, agli inizi degli anni ’80, le condizioni di tutto il complesso raggiunsero l’apice negativo.
La storia tuttavia, con i suoi corsi e ricorsi, ci riserva sempre delle sorprese!
Dall’Opuscolo dell’Ass. S. Benedetto in Valperlana (1997/2004)