Omelia 11/7/2020
Cercare Dio : è questa la strada che Benedetto ci indica con la sua esperienza di vita e la sua Regola, e che la Parola di Dio, nel giorno della sua festa, richiama nella prima lettura: “se tenderai il tuo orecchio alla sapienza… se la ricercherai… troverai la conoscenza di Dio” (Pr.2,1-9).
Siamo tutti, uomini e donne, cercatori di Dio; che uno lo sappia o meno; anche chi si definisce ateo è a suo modo cercatore di un Dio per poterlo negare.
E’ dentro di noi, innata, la fame e la sete della Sorgente da cui proveniamo. Né è segno quel desiderio insaziabile di vita, di felicità, di realizzazione che ci abita.
Il monaco in particolare è colui che nella ricerca di Dio pone lo scopo di tutta la sua vita. Nella Regola (c.58) Benedetto infatti pone come requisito per l’accettazione del fratello in comunità che “ricerca veramente Dio”.
Cercando Dio si arriva a conoscere se stessi, il senso della vita, del mondo intero. Tutta la regola di Benedetto evidenzia come, proprio nella ricerca di Dio, la nostra vita trova unità, armonia. Si diventa così ‘monos’ (monaco) uno, attorno a questo Dio che catalizza in Lui tutto ciò che siamo e facciamo, alimentando e facendo così crescere la vita nuova, scaturita dal Battesimo, la vita di figli di Dio.
Una ricerca non per nulla semplice e scontata ma che passa attraverso le strade impervie del nostro cuore e del nostro vissuto quotidiano. Una ricerca che chiede il coraggio di attraversare ferite e prove, momenti di dubbio e di lacerazione, attraverso una perseverante lotta quotidiana che ci conduce lentamente verso la luce.
In questo cammino il Dio ricercato non resta impassibile, in attesa, bensì si muove verso di noi, cammina anch’egli alla nostra ricerca. E’ un Dio che “scende”, si abbassa, entra nella nostra umanità.
Allora occorre scoprire i segni di questo Suo avvicinarsi e manifestarsi. La Regola ancora una volta lascia intuire questi segnali: cercalo dentro di te, nel tuo cuore dove lui abita, attraverso la via del silenzio e della meditazione; cercalo nel volto del fratello e della sorella con i quali condividi il cammino di comunità; cercalo nel volto dell’ospite, dello straniero, di chi non conosci ma sei chiamato ad accogliere; cercalo nella creazione, nella natura che attraverso il lavoro sei chiamato a custodire e a far crescere; cercalo nell’ascolto della Sua Parola che attraverso la preghiera e lo studio sei chiamato ad approfondire.
Benedetto poi ci indica la strada che questa ricerca deve intraprendere: quella dell’umiltà. Suggerisce dodici gradini… ma non per salire a Lui, piuttosto per scendere verso di Lui e incontrarlo nel piccolo, nel quotidiano, in tutto ciò che è profondamente umano.
Questa strada altro non è che Gesù, il “mite e umile di cuore” che ci invita ad andare a Lui per trovare ristoro, ancor più, come dice il vangelo di oggi, per trovare “il centlupo”, cioè l’unità, la pienezza della vita, la sua piena fecondità.
Al n. 72 della Regola Benedetto chiede che i suoi monaci “non antepongano assolutamente nulla a Cristo”: sì perché solo Lui è la strada che porta all’incontro con “quel Dio che dobbiamo cercare ancora, cercare sempre, cercare insieme” (B.Calati).
Così, passo dopo passo, tutto può trovare unità, tutto può diventare spinta in avanti verso questo Dio che Gesù ci ha rivelato e che tutto avvolge e in tutto lascia intravvedere il suo volto.
Sia questo anche il nostro cammino, di donne e uomini in ricerca, per dare bellezza, fecondità, pienezza alla nostra vita. Facciamo sì che anche questo luogo, del monastero di s.Benedetto, diventi un richiamo costante a muovere i nostri passi verso di Lui e ci aiuti anche concretamente in questa ricerca. Diventi sempre più luogo accogliente dove vivere, nell’ascolto della Parola e secondo le sagge indicazioni della Regola, questo invito a diventare anche noi, sulle orme di s.Benedetto, ricercatori appassionati di un Dio che da sempre si è appassionato di ciascuno di noi e dell’intera umanità.
Omelia presso l’abbazia di s.Benedetto del 11 luglio 2020 – festa di S.Benedetto